Ad anticipare la due giorni di Buk Festival è stato, mercoledì 23 aprile alle 21.00 presso il Teatro Storchi a Modena, un evento speciale che ha unito parola e musica: “Gli occhi di Omero. Les yeux d’Homère” un testo scritto e diretto da Fanny Gilles e Francesco Zarzana, per uno spettacolo che riflette sul mito, sulla voce e sullo sguardo dell’antichità attraverso una sensibilità contemporanea.
In occasione della Giornata Mondiale del Libro, Progettarte ha presentato uno spettacolo che riporta al centro dell’attenzione la disputa accademica secondo la quale Omero sarebbe in realtà stato la prima poetessa greca, avrebbe conosciuto un anziano cieco ascoltando da lui le storie di Nausicaa, Circe, Calypso, della Dea Atena, delle Sirene, di Scilla, Euriclea, Penelope. Omero proprio per questo avrebbe dato una visione femminile delle umane vicende nell’impianto generale dell’Iliade e dell’Odissea, e per questo avrebbe assegnato ruoli significativi e spesso determinanti alle dee e alle donne. Nello spettacolo, queste stesse donne appaiono in scena e si raccontano: ognuna con il suo dramma, con i suoi dubbi e incertezze. «Rileggere l’Odissea in chiave femminile – osserva ancora il regista Francesco Zarzana – permetterebbe di dare voce e riscatto a storie che appartengono a quella lunga genealogia dei “diversi” e degli esclusi che, nell’Europa antica e moderna, si è spesso tinta al femminile. La donna nel mito e nella società del nostro secolo è spesso donna abbandonata, violata o tradita, e se cerca scampo o vendetta, orrido è il suo destino: è condannata alla solitudine eterna come Calypso o Circe, o diviene odiato mostro come Scilla o le Sirene, o simboleggia un’attesa infinita, relegata al telaio, fatta di ansie, timori e dubbi come per Penelope, dove il ritorno è marchiato dalla vecchiaia e da un bagno di sangue. O come Circe che si vendica degli uomini trasformandoli in porci. Le donne dell’Odissea sono, dunque, figure di diversità che proiettano nel mito paure e contraddizioni maschili che gli uomini tentano di esorcizzare». Fanny Gilles, attrice francese di grande notorietà, protagonista delle fiction della TV del prime time francese, ha origini siciliane e recita in italiano: interpretando tutte le donne in scena, suonando strumenti antichi, cantando composizioni originali da lei scritte e musicate e danzando con passi coreutici. La pièce sarà successivamente rappresentata anche in Francia e in francese, a testimonianza di quanto la cultura non debba avere confini e barriere.
Alla scrittrice torinese Deborah Gambetta, neo-finalista Premio Strega 2025 e autrice di Incompletezza, va il Premio Speciale BUK 2025 «per aver indagato attraverso la scrittura narrativa, le leggi matematiche e, così facendo, quelle della vita: alimentando di passione l’una e l’altra ricerca e intuendo le sinergie “carsiche” fra due “culture” circoscritte da confini puramente convenzionali».